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25 03 2013 | Rimini | Presentato il rapporto economia. I numeri. Disoccupazione al 9,8%

Lunedì, 25 Marzo 2013

mattone

Rimini | Presentato il rapporto economia. I numeri. Disoccupazione al 9,8%


E’ 19esima edizione per il rapporto sull’economia della Provincia di Rimini, studio promosso da Camera di commercio e fondazione Carim. La presentazione ufficiale dei numeri del 2012 dell’economia riminese si è svolta questo pomeriggio nell’aula magna del polo universitario riminese. Numeri che non lasciano spazio a dubbi. E’ crisi.


MERCATO DEL LAVORO
Nel 2012, in provincia di Rimini, ci sono stati 63.538 avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno), con un decremento, rispetto al 2011 (64.601 avviati), dell’1,6 per cento, e 106.759 avviamenti (numero dei rapporti di lavoro dipendente instaurati nell’anno), con un incremento, rispetto al 2011 (102.503 avviamenti), del 4,1 per cento.
Il settore del turismo, inteso come alberghi e ristorazione, raccoglie il 51,5 per cento degli avviamenti, e ciò conferma la forte propensione a questo settore dell’economia riminese; ovviamente ciò incide, da un lato, sul periodo di assunzione, nel senso che si parla di “stagionalità” degli avviamenti, confermato dal fatto che tra aprile e giugno si sono verificati il 45,3 per cento degli avviamenti complessivi e, dall’altro, sul tipo di contratto; riguardo quest’ultimo punto, infatti, il 54,5 per cento degli avviamenti risulta essere a “tempo determinato” e il 25,0 per cento degli stessi assunto con contratto di lavoro “intermittente”.
Rispetto a genere, età, residenza e nazionalità degli avviati, il 53,3 per cento risulta essere di sesso femminile, il 28,8 per cento compreso nella classe di età 25-34 anni, il 67,2 per cento risiedere in provincia e il 70,7 per cento essere di nazionalità italiana. In particolare, riguardo alla classe di età, aumentano dell’8,1 per cento gli avviati over 45 e dell’1,7 per cento gli avviati tra i 35 e i 44 anni mentre diminuisce del 3,6 per cento il gruppo dei 25-34enni e del 12,7 per cento i lavoratori under 25; all’interno di quest’ultima classe, si evidenzia il “crollo” delle assunzioni dei ragazzi fra i 15 e 19 anni (- 33,9 per cento); riguardo alla nazionalità è utile rilevare l’incremento del peso dei lavoratori stranieri sul totale; nel complesso, la presenza dei lavoratori provenienti dall’estero è cresciuta dal 26,4 per cento del 2007 al 27,8 per cento del 2009 sino al 29,5 per cento del 2011, mentre nell’ultimo anno questo valore si attesta al 29,3 per cento.
Per ciò che concerne la Cassa Integrazione Guadagni, intesa come Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (rappresentanti i due strumenti di intervento previsti dalla legislazione ordinaria), nel 2012, in provincia di Rimini, si è avuto un incremento complessivo del numero di ore autorizzate dell’82,5 per cento (da 3.111.648 ore del 2011 a 5.677.306 ore del 2012); nello specifico, aumenta la CIG Ordinaria del 31,2 per cento (da 909.462 ore del 2011 a 1.193.355 ore del 2012) e la CIG Straordinaria del 103,6 per cento (da 2.202.186 ore del 2011 a 4.483.951 ore del 2012). Per ciò che riguarda, invece, la cosiddetta Cassa Integrazione in Deroga (espressamente prevista sulla base dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna, UPI, ANCI e parti sociali del 18 maggio 2009), si riscontra una diminuzione del numero di ore autorizzate del 10,4 per cento (da 3.916.849 ore del 2011 a 3.509.602 ore del 2012).
Il “settore” che maggiormente ha risentito del ricorso alle tre tipologie di CIG è stato quello manifatturiero con oltre 5,7 milioni di ore autorizzate (in particolar modo quello dell’abbigliamento e della meccanica con più di due milioni di ore ciascuno) mentre quello che fa registrare la più alta variazione percentuale, sul 2011, è quello del commercio (+180,7 per cento) seguito dall’edilizia (+64,0 per cento); la “tipologia di occupati” maggiormente interessata alla CIG è quella degli operai con oltre 5,6 milioni di ore autorizzate, mentre il maggiore incremento percentuale, sul 2011, riguarda gli impiegati (+51,2 per cento).
Nel complesso, nel 2012, in provincia di Rimini, l’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga) aumenta, rispetto al 2011, del 30,7 per cento, passando da 7.028.497 ore autorizzate del 2011 a 9.186.908 ore autorizzate del 2012. Il dato veramente preoccupante è quello relativo alla CIGS, la cui crescita esponenziale evidenziata nel 2012 in provincia di Rimini costituisce un’anomalia sia rispetto al lieve aumento rilevato in Emilia-Romagna (+3,1 per cento), sia rispetto alla variazione negativa riscontrata a livello nazionale (-5,5 per cento)
Altro dato che fotografa l’andamento dell’occupazione è rappresentato dai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (lavoratori cioè che hanno subito, a seconda dei casi, un licenziamento individuale o collettivo), che nel 2012, in provincia, sono risultati essere 2.470 (dato provvisorio) rispetto ai 2.176 iscritti nel 2011, con una variazione percentuale del +13,5 per cento.
Nel dettaglio, il 60,1 per cento dei lavoratori iscritti alla mobilità durante il 2012 non ha più avuto avviamenti alle dipendenze mentre il restante 39,9 per cento è, invece, riuscito a farsi assumere (il 26,4 per cento è rimasto occupato sino alla fine del 2012 e il 13,5 per cento ha concluso il rapporto di lavoro entro il mese di dicembre).
Il rapporto offre i dati sui cosiddetti “scoraggiati”, cioè di quelle persone che hanno smesso di cercare lavoro dopo che a lungo non lo hanno trovato; secondo le stime provenienti dall’Ires (l’istituto di ricerca della Ggil) risulta che, in provincia di Rimini, nel 2012, ve ne sono 5.099, in crescita, rispetto al 2011 (4.721 unità), dell’8,0 per cento; gli “scoraggiati” sono soprattutto giovani (dai 25 ai 35 anni) e spesso si tratta di donne.


Secondo ISTAT Forze Lavoro, il tasso di occupazione in provincia di Rimini si è attestato, al 63,7 per cento (era al 64,6 per cento nel 2011), con valori più alti riguardo al genere maschile (73,5 per cento) e più bassi per il genere femminile (54,1 per cento); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori inferiori a quelli dell’Emilia- Romagna (67,6 per cento) e superiori a quelli dell’Italia (56,8 per cento). Riguardo invece al tasso di disoccupazione, in provincia di Rimini questo si è attestato al 9,8 per cento (era all’8,1 per cento nel 2011), con valori più bassi per i maschi (6,9 per cento) e più alti per le femmine (13,5 per cento); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori superiori a quelli dell’Emilia-Romagna (7,1 per cento) e inferiori a quelli dell’Italia (10,7 per cento).

Anche in questo caso a soffrire maggiormente sono i giovani, con un tasso di disoccupazione che arriva in provincia di Rimini al 15,8 per cento nella fascia di età 15-29 anni (8,5 per cento maschile e 26,4 per cento femminile) e addirittura al 20,5 per cento nella fascia di età 15-24 anni (13,7 per cento maschile e 29,0 per cento femminile); in questo caso, però, in provincia si ha una situazione migliore rispetto sia all’Emilia- Romagna (17,4 per cento nella fascia 15-29 anni e 26,4 per cento nella fascia 15-24 anni) che all’Italia (25,2 per cento nella fascia 15-29 anni e 35,3 per cento nella fascia 15-24 anni).


SISTEMA BANCARIO
A fine dicembre la consistenza degli impieghi bancari totali ammonta a 11.800 milioni di euro con una variazione percentuale, rispetto a dicembre 2011, del -5,8 per cento (da 12.532 milioni di euro a dicembre 2011 a 11.800 milioni di euro a dicembre 2012); nello specifico, si è avuto un calo degli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 68 per cento degli Impieghi totali), quantificabile in un -8,5 per cento (da 8.761 milioni di euro a dicembre 2011 a 8.020 milioni di euro a dicembre 2012).
Consistenza dei Finanziamenti per cassa, in provincia di Rimini, questi ammontano, al 30/09/12, a 11.092 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 30/09/11 (12.947 milioni di euro accordati), del 14,3 per cento; tale calo risulta essere superiore a quello di tutte le altre province emiliano-romagnole, dell’Emilia-Romagna e dell’Italia. Nel contempo, anche le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono diminuite, passando dai 5.967 milioni di euro del 30/09/11 a 5.280 milioni di euro del 30/09/12 (-11,5 per cento); occorre però evidenziare che la quota delle suddette garanzie sui medesimi finanziamenti, in presenza di un calo di quest’ultimi, aumenta (dal 46,1 per cento al 47,6 per cento).
Per ciò che riguarda la consistenza dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia di Rimini, si passa da 8.656 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 7.726 milioni di euro del 3° trimestre 2012 (di cui il 99,0 per cento a tasso non agevolato), con una diminuzione del 10,7 per cento; come per i finanziamenti per cassa, anche in questo caso è il territorio riminese che fa registrare il maggior decremento percentuale rispetto alle province emiliano-romagnole, all’Emilia-Romagna e all’Italia.
Anche per ciò che concerne, infine, la consistenza dei finanziamenti agevolati la situazione, in provincia, non è confortante, passando da 89 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 79 milioni di euro del 3° trimestre 2012, con una diminuzione dell’11,2 per cento.
I dati dicono che, in provincia di Rimini, al 30/09/12, le Sofferenze bancarie ammontano a 835 milioni di euro, con un incremento, rispetto al 30/09/11, del 23,3 per cento. Secondo i dati derivanti dall’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna, implementato da Unioncamere E.-R. ed Istituto Tagliacarne, nel 2012, in provincia di Rimini, le imprese che nel corso della propria attività hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario rappresentano il 21,3 per cento del sistema imprenditoriale riminese, un valore che risulta leggermente superiore a quello rilevato nell’intera Emilia-Romagna (20,0 per cento).


IMPORT-EXPORT
In provincia di Rimini, nel corso del 2012, i dati sull’Import fanno segnare, rispetto agli stessi periodi del 2011, un lieve incremento al 31/03 (+0,3 per cento) e decrementi nei trimestri successivi (-3,6 per cento al 30/06, -2,9 per cento al 30/09, -2,5 per cento al 31/12); i dati sull’Export, invece, sempre con riferimento alle variazioni percentuali annue, registrano sempre valori positivi, ma in costante diminuzione: +9,7 per cento nel 1° trimestre, +5,2 per cento nel 1° semestre, +3,0 per cento nel 3° trimestre e +0,2 per cento nell’anno.
In sintesi, nell’anno 2012, in provincia di Rimini, l’Import ammonta a 666.283.680 Euro mentre l’Export fa segnare 1.852.364.718 Euro: il saldo della bilancia commerciale risulta essere del +1.186.081.038 Euro.
Per ciò che riguarda l’import, i tre principali prodotti sono: Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati (16,2 per cento sul totale delle importazioni), Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (13,9 per cento) e Altri prodotti in metallo (bidoni in acciaio, imballaggi leggeri in metallo, articoli di bulloneria, prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle) (6,4 per cento). Per ciò che concerne, invece, l’export, i tre principali prodotti sono: Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (30,2 per cento sul totale delle esportazioni), Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (12,0 per cento) e @avi e imbarcazioni (10,3 per cento).


DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE
In sintesi, il trend dell’anno 2012 è stato il seguente:
- 35.724 imprese attive al 31/03/12 (+0,6 per cento rispetto al 31/03/11)
- 36.148 imprese attive al 30/06/12 (+0,6 per cento rispetto al 30/06/11)
- 36.138 imprese attive al 30/09/12 (+0,0 per cento rispetto al 30/09/11)
- 35.781 imprese attive al 31/12/12 (-0,5 per cento rispetto al 31/12/11)
Le imprese individuali, pur costituendo la forma giuridica principale del nostro territorio (con 19.804 unità, il 55,3 per cento sul totale), rappresentano anche quelle che maggiormente hanno risentito dell’anno poco felice dell’imprenditoria, in quanto risultanti in calo sia nel 3° trimestre (-0,7 per cento) che nel 4° trimestre (-1,1 per cento), mentre le società di capitale (con 5.768 unità, il 16,1 per cento sul totale) evidenziano un incremento sia al 30/09 (+1,3 per cento) che al 31/12 (+0,5 per cento).
Il saldo tra imprese iscritte e cessate è negativo. Infatti, nell’anno 2012, in provincia di Rimini, le cessazioni (2.940 unità) hanno superato le iscrizioni (2.851 unità), determinando un saldo nati-mortalità delle imprese negativo (-89 imprese). I settori con un saldo maggiormente negativo sono risultati essere, nell’ordine, il Commercio, cioè il principale settore economico provinciale con 9.355 imprese attive (26,1 per cento sul totale) (537 iscrizioni e 780 cessazioni: -243 imprese), i Servizi di alloggio e ristorazione (223 iscrizioni e 411 cessazioni: -188 imprese), le Costruzioni (421 iscrizioni e 549 cessazioni: -128 imprese), l’Industria Manifatturiera (121 iscrizioni e 201 cessazioni: -80 imprese) e l’Agricoltura (72 iscrizioni e 148 cessazioni: -76 imprese); l’unico settore con un saldo positivo è stato quello relativo ai Servizi di informazione e comunicazione (56 iscrizioni e 48 cessazioni: +8 imprese).


ANNATA AGRARIA
Il totale della produzione lorda vendibile, nel 2012, ammonta a 136.761.006,93 Euro (-1,7 per cento rispetto al 2011).
Il maggiore contributo alla plv è dato dalle Produzioni Vegetali con 109.861.542,73 Euro (80,3 per cento sul totale della P.L.V., -2,0 per cento rispetto al 2011), dove spicca il comparto delle “coltivazioni orticole” con 49.343.874,00 Euro; le Produzioni Animali danno invece come risultato 26.899.464,20 Euro (19,7 per cento sul totale della P.L.V., -0,1 per cento rispetto al 2011), in cui emergono i “prodotti degli allevamenti avicunicoli” con 12.125.296,00 Euro.


CONGIUNTURA MANUFATTURIERA
Il settore manifatturiero in provincia di Rimini ha manifestato, nell’anno 2012, rispetto all’anno 2011, una diminuzione delle principali variabili: produzione: -4,5 per cento, fatturato: -5,5 per cento e ordinativi: -4,6 per cento; i relativi andamenti trimestrali dell’anno 2012, rispetto ai rispettivi periodi del 2011, mostrano delle dinamiche negative in tutti e quattro i trimestri considerati, con la situazione più critica nel 3° trimestre, laddove la produzione, il fatturato e gli ordinativi calano, rispettivamente, del 6,6 per cento, dell’8,2 per cento e del 7,7 per cento, mentre il successivo 4° trimestre, pur con valori decisamente negativi, fa segnare un lieve miglioramento rispetto al precedente (produzione: -5,4 per cento, fatturato: -6,8 per cento, ordinativi: -3,3 per cento).


MOVIMENTO TURISTICO
I dati provvisori elaborati dall’Ufficio Statistica della Provincia di Rimini ci dicono che nell’anno 2012, in provincia di Rimini, si sono registrati 3.196.584 arrivi – 2.462.977 arrivi italiani (77,1 per cento sul totale) e 733.607 arrivi esteri (22,9 per cento) – e 15.983.745 presenze – 11.968.098 presenze italiane (74,9 per cento sul totale) e 4.015.647 presenze estere (25,1 per cento).
In termini di variazioni percentuali 2012-2011, per ciò che riguarda gli arrivi, si evidenzia un aumento dell’1,8 per cento mentre per ciò che concerne le presenze, si rileva una diminuzione dell’1,6 per cento; nello specifico: +0,1 per cento gli arrivi italiani e +8,2 per cento gli arrivi esteri, -3,8 per cento le presenze italiane e +5,7 per cento le presenze estere.
Entrando nel dettaglio della “principale clientela estera”, si registrano incrementi di turisti russi (arrivi: +19,7 per cento, presenze: +17,5 per cento), tedeschi (arrivi: +7,0 per cento, presenze: +5,5 per cento), svizzeri (arrivi: +11,3 per cento, presenze: +9,0 per cento), austriaci (arrivi: +3,0 per cento, presenze: +3,5 per cento), belgi (arrivi: +7,8 per cento, presenze: +4,4 per cento) e olandesi (arrivi: +5,8 per cento, presenze: +9,4 per cento); calano, invece, i turisti francesi (arrivi: -1,8 per cento, presenze: -3,9 per cento), gli arrivi polacchi (-7,0 per cento, presenze: +4,0 per cento) e le presenze rumene (-0,2 per cento, arrivi: +11,8 per cento).
Interessante è il dato riguardante i giorni di permanenza media (rapporto presenze/arrivi) del turista: il rapporto, che si assesta a 5,0 giorni, risulta essere maggiore per il turista straniero (5,5 gg.) rispetto al turista italiano (4,9 gg.) e decisamente più alto nelle strutture complementari (6,2 gg.) rispetto a quelle alberghiere (4,9 gg.).


SCENARI PREVISIONALI
Tra il 2013 e il 2015 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in provincia di Rimini sarà del +0,6 per cento, inferiore al valore atteso medio annuo del +0,9 per cento per l’Emilia-Romagna e sostanzialmente in linea con il tasso di crescita annua dell’Italia (+0,7 per cento). A livello provinciale, la crescita investirà tutti i macrosettori; quello che ne beneficerà maggiormente sarà l’industria manifatturiera, con un tasso medio annuo del +1,1 per cento, a cui seguiranno, nell’ordine, l’agricoltura (+0,7 per cento), i servizi (+0,5 per cento) e le costruzioni (+0,4 per cento).
- Tra il 2013 e il 2015 l’export aumenterà in provincia di Rimini in misura media annua del 2,2 per cento, presentando però una crescita inferiore rispetto al trend regionale (+3,8 per cento) e nazionale (+3,8 per cento). La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100), in provincia, crescerà leggermente (dal 22,0 per cento nel 2012 al 23,0 per cento nel 2015), in misura decisamente minore rispetto all’incremento che si avrà in Emilia-Romagna (dal 38,4 per cento nel 2012 al 41,8 per cento nel 2015) ed in Italia (dal 26,7 per cento nel 2012 al 29,2 per cento nel 2015).
- Nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, tra il 2013 ed il 2015, una minima crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,3 per cento medio annuo, variazione in linea con a quella che si registrerà in ambito regionale (+0,4 per cento) e superiore a quella che si avrà a livello nazionale (+0,1 per cento). Nel 2015, inoltre, in provincia di Rimini si attende un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari al 9,3 per cento (in diminuzione rispetto al 9,8 per cento del 2012), valore superiore a quello che ci si aspetta per l’Emilia-Romagna (6,5 per cento) e inferiore a quello che si avrà in Italia (11,2 per cento).


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